Il mese di marzo è dedicato solitamente alla Festa della Donna (l’8 marzo) e al mondo femminile in genere, questo editoriale non farà eccezione. In questo periodo storico, contrassegnato da forti contraddizioni all’interno delle diverse condizioni delle donne nel mondo, è lecito chiedersi quale significato assuma questa festa.
La sua origine risale alla prima decade del ventesimo secolo quando, negli Stati Uniti d’America, crebbero le manifestazioni di appoggio per la proposta del voto esteso anche alle donne. Negli anni la ricorrenza si è caricata di diversi significati che spaziano dalle pari opportunità per il così detto sesso debole fino alla salvaguardia delle donne vittime di stalking e atteggiamenti ancora più aggressivi da parte di uomini.
Ora è evidente come l’emancipazione delle donne sia notevolmente aumentata dagli inizi del ‘900, anche grazie alle dure lotte compiute dai movimenti femministi in tutto il mondo. Persistono ancora, però, marcate discriminazioni, soprattutto nei paesi del terzo mondo, che pongono le donne in una posizione di subordinazione rispetto agli uomini. Infatti la donna in molte culture viene considerata inferiore per colpa di una ristrettezza mentale, agevolata da una diffusa ignoranza. Donne che potrebbero fornire un nuovo slancio all’ economia, alla cultura e alla ricerca sono costrette a vivere con l’unico scopo di fare figli, allontanate da un’istruzione completa e per questo molto spesso incapaci di difendersi.
Da un lato, quindi, si hanno donne fiere ed orgogliose del loro essere, diventate ricercatrici, astronaute, letterate, donne d’affari, avvocatesse, dottoresse, membri della classe politica, brillanti e sagaci menti che danno lustro e prestigio ai Paesi d’appartenenza. Dall’altra parte esistono donne condannate a celarsi dietro pesanti e costrittivi abiti, dominate da uomini ipocriti e prepotenti che pretendono di avere il controllo assoluto su di esse in virtù di motivazioni irrazionali e senza fondamento. Ricordiamo anche le bambine sottoposte ad infibulazione, barbara recisione delle parti intime, al fine di evitare possibili adulteri futuri, ritenendo la donna incapace di dominare le proprie passioni e costringendola ad una vita di immani sofferenze. E come potremmo dimenticare le tante bambine vendute o date in moglie a uomini sconosciuti, impotenti di fronte alle decisioni della propria famiglia, che solitamente è la responsabile di questi scempi.
Il mese di marzo si raffigura come il mese dedicato al ricordo delle lotte compiute per arrivare fino a questo punto, ma anche come una festa e un invito a fare di più per i milioni di donne ancora ritenute inferiori e deboli.
Il nostro giornalino scolastico dedicherà al tema nuove riflessioni e ottime rappresentazioni.
Giulia Formenton 3E