Campo lungo

IL CONCETTO LIMITE

di Alberto Mantoan (scientifico)

Limite è un concetto molto esteso che non può essere ricondotto al solo campo giuridico, come suggerirebbe il suo significato etimologico, ma anche a quello geopolitico e persino a quello quotidiano. Molto spesso infatti il concetto di limite viene da noi applicato per il vivere comune, anche se non ce ne accorgiamo direttamente: è un concetto che è stato interiorizzato dall’uomo.

Il limite, però, può riferirsi ad ambiti molto distinti per il fatto che può essere naturale, fisico, come un cancello o una rete, oppure posto da convenzioni. I limiti e quindi i confini naturali erano quelli di cui si avvalevano le grandi civiltà del passato per delimitare il proprio dominio.

Si faceva, pertanto, coincidere i limiti con grandi ostacoli naturali come catene montuose o grandi fiumi. La funzione di questi limiti non era semplicemente pratica ovvero di rispondere alla necessità di sicurezza, scongiurando la possibilità di attacchi stranieri ma anche ideologica. Infatti questi limiti erano considerati delle nette divisioni tra popoli con culture diverse e, di conseguenza, da evitare per non esserne in un certo senso contaminati. I romani costituiscono uno degli esempi più significativi dell’utilizzo degli stessi limiti naturali. Infatti durante l’impero di Traiano il limite orientale coincideva con il corso del fiume Danubio.

Con il corso del tempo al concetto di limite fu attribuita una valenza positiva. Non rappresentava, infatti, solo ciò che non poteva essere valicato ma costituì uno stimolo a spingere l’uomo a conoscere ciò che si celava al di là, non considerando più il confine come invalicabile. Questa considerazione può essere intesa in termini geografici ma anche in termini medici o scientifici.

Considerando il primo ambito, la conquista dell’America può esserne un esempio, poiché Colombo fu tra quei navigatori che si spinsero al di là di quelli che erano considerati i limiti del mondo allora conosciuto, che coincidevano con le cosiddette ”Colonne d’Ercole”, l’attuale Stretto di Gibilterra. Anche il progresso della medicina può essere inteso come graduale superamento di limiti che parevano invalicabili e che oggi consentono una maggiore prospettiva di vita.

Pertanto il limite non va inteso solo come ciò che riduce ma anche come sprone ad agire e a mettere tutto in discussione. Se con il progresso si intende che l’attraversamento fisico dei confini sia cosa da poco, in realtà ci si sbaglia.

La realtà infatti ci dimostra che talvolta il superamento da parte delle persone dei confini geopolitici può essere assai arduo. Un esempio può essere considerato la politica di chiusura approntata dall’attuale Presidente americano nei confronti del popolo messicano. Questa politica si è concretizzata nel rafforzamento del muro di confine che separa questi due stati che è stato fonte di dibattito dell’opinione pubblica mondiale. Questa scelta politica invece che dimostrare un progresso dell’umanità verso un ideale cosmopolita sembra attestarci un regresso e quindi una modalità di concepire il confine paragonabile a quella romana precedentemente trattata. Fortunatamente però la realtà non segue solo il modello americano. Un esempio è la libera circolazione dei cittadini europei negli stati membri dell’Unione Europea garantita dal trattato di Maastricht del 1992. In questo senso questo trattato abbatte i confini intesi come limitazioni, trasformandoli in semplici convenzioni tra stati.

Un altro esempio di confine come qualcosa di discriminante possono essere gli attuali flussi migratori di cittadini dei paesi sub-sahariani verso l’Europa. Questi molto spesso scappano dalla fame e da guerre civili in cerca di una vita migliore, costretti a superare un ostacolo naturale come il mar Mediterraneo, il quale si rivela per molti di loro fatale. A queste stesse persone viene attribuito il termine di ”migranti”in senso spregiativo, essendo considerate come persone diverse da noi. Molto spesso i migranti non solo sono considerati diversi ma ci incutono timore e diffidenza soltanto perché provengono da un territorio lontano, a noi sconosciuto posto al di là della frontiera. Se si potesse abbattere, per assurdo, ogni confine geopolitico l’elemento di discriminazione tra migranti e non si verrebbe a perdere.

I confini possono, quindi, modificare la visione di noi stessi esseri umani. I confini possono avere un altro risvolto negativo, ovvero divenire causa di conflitti. La corsa all’accaparramento delle ultime risorse disponibili sul pianeta ha portato a trascendere i conflitti stabiliti e a ridefinirli per il controllo dei giacimenti. Da ciò sono derivati conflitti che possono essere destabilizzanti da un punto di vista politico.

Ritengo che, con il progresso nelle telecomunicazioni basato sulle nuove tecnologie, i limiti possono diventare sempre più distinzioni formali grazie anche a un maggior senso umanitario e in nome di un maggiore senso cosmopolita.

In definitiva il concetto di limite, applicato al campo giuridico, è qualcosa di necessario per la limitazione della proprietà privata, per distinguere quindi ciò che è mio da ciò che non lo è. Ma come visto, il termine può essere esteso a svariati ambiti assumendo significati molto ampi.

Con l’unica eccezione del campo giuridico, si dovrebbe considerare il limite in una prospettiva diversa, andandola a spogliare di quei significati negativi di discriminazione e divisione che abbiamo visto in precedenza.