Le parole del prof. Zanin ci possono far riflettere e domandare se anche al giorno d’oggi i diritti inviolabili dell’uomo vengano calpestati come all’epoca della seconda guerra mondiale, se cioè abbiamo imparato la lezione oppure no. Il fenomeno dei migranti che coinvolge in prima linea il nostro paese, ma anche tutta l’Europa, in realtà dimostra che anche oggi esiste una umanità “minima”. Ogni volta che un uomo rischia la vita in mare scappando dalla miseria o dalla guerra, il suo diritto inviolabile alla vita e alla dignità umana non è garantito e c’è un fallimento dei “doveri inderogabili di solidarietà politica economica e sociale”.
Molti purtroppo sono gli esempi sotto i nostri occhi. Quello che ci è rimasto più impresso nella mente è sicuramente il caso di Alan Kurdi, il bambino trovato morto su una spiaggia della Turchia, dopo aver tentato con la sua famiglia di scappare dalla guerra, cercando un posto dove vivere.
Anche qui è evidente l’indifferenza. È vero che noi non vediamo i migranti perché non ci passano accanto come nel caso delle ragazze del testo di Pahor, ma è anche vero che con i mezzi di comunicazioni che abbiamo adesso li abbiamo praticamente sotto gli occhi. È indifferenza anche non protestare, per esempio, per la decisione di chiudere i porti italiani, costringendo navi cariche di profughi a compiere tragitti più lunghi e a rischiare inutilmente la vita di persone già deboli.
I diritti inviolabili dell’uomo vengono calpestati anche in paesi “sviluppati” come ad esempio gli Stati Uniti. Un caso eclatante e purtroppo non unico è stato quello di George Floyd, soffocato per 8 minuti da un poliziotto fino alla morte, perché di colore. Sarebbe stato sufficiente arrestarlo per verificare la sua colpevolezza senza calpestare il suo diritto alla vita e la sua dignità. In questo caso la matrice razzista che ha mosso il poliziotto è dello stesso tipo di quella che ha prodotto lo sterminio degli ebrei, segno che la lezione non è stata imparata. Gli Stati Uniti sono anche un esempio negativo di violazione dei diritti umani per la pena di morte, che comunque permane tuttora in molti stati.
Scheda 4 – Racconto: Sentinella